"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". ESPIAZIONE (lat. expiatio da piare = placare con un sacrifizio l\’ira divina; donde piaculum = mezzo per placare la divinità): è l\’atto con cui l\’uomo cerca di placare l\’ira divina determinata da un peccato, da un\’offesa, e di propiziarsi di nuovo il favore celeste, assoggettandosi a una pena.
Il sentimento della colpa accompagnato dal timore della pena e quindi il desiderio di espiazione si riscontrano presso tutti i popoli e in tutte le religioni. Generalmente il sacrificio ha anche un carattere espiatorio: la cruenta immolazione degli animali (a volte di un uomo) doveva servire a placare Dio, a stornare i castighi e a purificare un popolo dal delitto commesso. Questo concetto si ritrova anche nella religione ebraica, specialmente nella festa Kippurim, in cui si, uccideva un capro e col sangue di esso si aspergevano cose e persone in segno di purificazione e di riconciliazione con Dio (Levitico, 16, 16; cfr. la Lettera agli Ebrei di S. Paolo, c. 9, 19-28). Nella religione cattolica il concetto di espiazione entra nella dottrina della Redenzione (v. questa voce), specialmente in rapporto alla passione di Gesù ed al Suo cruento sacrificio subito sulla croce. Già Isaia (c. 53) aveva predetto che il futuro Messia sarebbe stata la vittima espiatoria dei peccati degli uomini; gli Evangeli riecheggiano questo grande pensiero quando dicono che Gesù darà la sua vita in riscatto, e il suo sangue in remissione dei peccati (Mt. 20, 28; 26, 28). Più energicamente insiste S. Paolo sul valore espiatorio della morte e del sangue del Salvatore, usando il termine tecnico * (strumento d\’espiazione) per qualificare il sacrificio di Gesù (Rom. 3,25). Anche la Tradizione è ricca di testimonianze che ripetono questa verità. Si comprende così perché la Chiesa abbia condannato questa proposizione modernistica: «La dottrina sulla morte espiatoria di Cristo ha origine non dall\’Evangelo ma da Paolo» (Decr. «Lamentabili«», DE, 2038). Dunque secondo il Magistero Ecclesiastico il carattere espiatorio della morte di Gesù è verità rivelata senz\’altro. Ma la Redenzione non è tutta in questa verità. Lutero e i suoi seguaci hanno deformato il concetto della Redenzione, fermandosi all\’aspetto esterno della passione e della morte di Gesù, in cui non vedevano altro che un castigo di Dio per i nostri peccati (sostituzione penale). Gesù sarebbe così una vittima passiva della giustizia vendicativa di Dio. L\’espiazione corregge questo concetto troppo duro con l\’idea della spontaneità, con cui Gesù accetta la morte per scontare la pena dovuta ai nostri peccati. La dottrina cattolica rigetta la teoria luterana, accetta la teoria dell\’espiazione e va oltre fino al concetto più adeguato di soddisfazione vicaria (v. questa voce), che mette in evidenza il contenuto morale della Redenzione, (amore, umiltà, obbedienza di Cristo). L\’espiazione e la soddisfazione si integrano a vicenda: nella prima la passione di Gesù è mezzo principale di riparazione, nella seconda è concomitante.