"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". CONSERVAZIONE: è la continuazione dell\’atto creativo, con cui Dio sostiene l\’essere delle creature o influendo in esso positivamente o rimovendo le cause che tendono a distruggerlo (conservazione negativa).
Questa verità è implicita nelle definizioni con cui il Magistero ecclesiastico afferma la Provvidenza e il Governo divino (v. queste voci). Testi espressivi si trovano nella S. Scrittura: Salmo 103: «Ma se nascondi il volto [gli esseri] sono perduti; appena ritiri da loro il tuo spirito, periscono e tornano nella polvere loro. Appena mandi il tuo spirito, sono creati e così rinnovasi l\’aspetto della terra». S. Paolo esprime energicamente il concetto della conservazione delle cose: «Tutte le cose poggiano in Esso (Cristo Dio») (Col. 1, 16).
Ragione: la statua perdura anche dopo la morte dello scultore, perché esisteva indipendentemente da esso come marmo e poi ne ha ricevuto la forma. Ma il mondo è stato creato dal nulla e cioè ha ricevuto. da Dio tutta l\’essere, che è attualità derivata, partecipata da Dio. Pertanto ogni creatura, come ente partecipato, contingente, per lo stesso motivo che non può cominciare ad essere da sé, non può continuare ad essere indipendentemente dalla fonte dell\’essere, che è Dio creatore. Se per un istante una creatura potesse esistere senza l\’influsso divino, per quell\’istante almeno la creatura contingente sarebbe da se stessa, cioè avrebbe la ragione del suo essere in sé. Evidente assurdità. Dio, ritirando il suo influsso conservativo, potrebbe distruggere in tutto o in parte ciò che ha creato (potenza assoluta); ma per la sua Sapienza e Bontà Egli conserva tutte le cose (potenza ordinata: v. Potenza divina).