1. Eccellenza, dignità.
prerogative di S. Giuseppe.
2. Virtù e santità di
Giuseppe.
3. S. Giuseppe è potentissimo.
1. ECCELLENZA, DIGNITÀ,
PREROGATIVE DI S. GIUSEPPE. – Giacobbe generò Giuseppe, sposo
di Maria, dalla quale nacque Gesù, chiamato il Cristo –
leggiamo in S. Matteo (I, 16).
Per mezzo di Giuseppe, Gesù
Cristo era erede dello scettro e del trono di Davide… Giuseppe
sposo di Maria! è questo un titolo unico e la più alta
dignità, dopo quella di Madre di Dio… Giuseppe sposo di
Maria! questo ci porta a conchiudere che S. Giuseppe ebbe tutti i
diritti di un vero sposo su la Beata Vergine, e che a ragione egli è
chiamato padre di Gesù Cristo.
1° Giuseppe, in forza del suo
matrimonio, era il signore della benedetta Maria; a lui dunque
apparteneva il frutto delle viscere di questa Vergine-Madre. A quel
modo che Gesù Cristo è veramente figlio della Beata
Vergine, ancorché non sia nato da lei in maniera naturale, ma
per miracolo, così per diritto di maritaggio, Gesù
Cristo è figlio a Giuseppe, ancorché nato in maniera
soprannaturale. Inoltre, egli è a tanto più buon
diritto figlio di Giuseppe, se si considera che Dio diede a Giuseppe
questo frutto miracoloso di un connubio verginale, in ricompensa
della verginità da lui conservata nel matrimonio; come se Dio
avesse prodotto un’abbondante messe nel campo di Giuseppe, senza che
questi lo avesse seminato.
2° Lo sposo e la
sposa divengono, in virtù del loro matrimonio, una sola
persona; quindi tutto posseggono in comune. Dunque Gesù
Cristo, figliuolo di Maria, è anche figlio di Giuseppe, che le
era marito; perciò Giuseppe partecipa e gode di tutti i beni
della comunità. Giuseppe è padre di Gesù Cristo
a più stretto titolo che non lo sia di un figlio adottato un
padre adottante; perché questo è solamente padre in
forza dell’adozione; invece Giuseppe è padre di Gesù in
forza del matrimonio. Da queste sublimi prerogative ne segue che
Giuseppe ebbe su Gesù Cristo autorità di padre, e per
ciò un sommo affetto, una cura solerte, un’immensa
sollecitudine a suo riguardo. Ed a sua volta. Gesù Cristo
onora, ama e serve Giuseppe come suo padre e a lui obbedisce, come
risulta dal Vangelo il quale attesta, come Gesù stesse
sottomesso, obbediente non meno a Giuseppe che a Maria (Luc.
II, 51). E questa soggezione, mentre prova da una parte, come nota
Gersone, un’impareggiabile umiltà in Gesù Cristo,
dimostra anche dall’altra un’incomparabile dignità in Giuseppe
e Maria (Serm. de Nativ. B. M. Virg.).
3° Gesù
Cristo appartiene in tutta verità alla discendenza di
Giuseppe, perché apparteneva, per ragione di sangue, alla
famiglia della madre la quale apparteneva alla famiglia di Giuseppe
suo sposo. Perciò le prerogative, la dignità, l’uffizio
di Giuseppe sopravanzavano di molto quelle di tutti gli altri uomini;
tanto più se si aggiunge: 1) che S. Giuseppe, nella sua
qualità di sposo della Beata Vergine e di padre di Gesù
Cristo, fu il capo ed il superiore tanto della Vergine-madre, quanto
di Gesù Cristo come uomo. Quindi. 2) la Santa Vergine e Gesù
nutrivano un amore ed un rispetto straordinario per Giuseppe. «Quanto
è ammirabile, dice Gersone la tua eccellenza, o Giuseppe! O
dignità incomparabile! la madre di Dio, la regina del cielo,
la padrona dell’universo non isdegna di chiamarti suo signore!»
(Ibid.). Ma ad
esprimere in due parole quel che fu S. Giuseppe, a dare un’idea
dell’elevazione, della dignità, delle qualità sue,
basta quell’espressione dell’Evangelista: «Giuseppe, sposo di
Maria, da cui nacque Gesù Cristo»
(MATTH. I. 16). 3) Nobilissimo ed eccellentissimo fu il ministero di
Giuseppe; egli allevò Gesù Cristo… lo scaldò
sul suo petto, lo strinse tra le sue braccia…; lo custodì…;
lo trasportò da un luogo all’altro…; lo instradò nel
suo lavoro… 4) Giuseppe, per la sua conversazione famigliare e
continua con Gesù Cristo e la Beata Vergine. entra a parte dei
secreti, dei misteri divini: è testimonio ed imitatore
giornaliero delle divine virtù di Gesù Cristo e di
Maria… Suarez opina che San Giuseppe sopravanza in grazia ed in
gloria, S. Giovanni Battista e gli apostoli, poiché il suo
uffìzio soprastava di molto al loro, essendo cosa più
onorevole essere padre e custode e direttore di Gesù Cristo,
che il precederlo, annunziarlo, predicarlo (De
S. Ioseph). Finalmente, risuscitò con
Gesù Cristo e comparve in capo a quella numerosa schiera di
patriarchi e di uomini giusti, dei quali narra S. Matteo (XXVII,
52-53), che uscirono dai sepolcri, andarono in Gerusalemme e furono
veduti da molti.
2. VIRTÙ E
SANTITÀ DI GIUSEPPE. – L’uffizio al quale fu chiamato da Dio
S. Giuseppe ci dice da sé solo di quanto grande santità
e di quali doni di natura e di grazia dovette essere dotato da Dio.
La sua qualità di sposo di Maria e di padre di Gesù
Cristo lo proclama santo e perfetto più di tutti. Perciò
i santi padri credono e insegnano che S. Giuseppe era vergine e che
la verginità sua gli meritò di essere scelto dal cielo
a sposo della Vergine immacolata; «affinché, scrive S.
Gerolamo da un matrimonio verginale nascesse un figlio vergine»
(Cont. Helvid.).
E’ credenza dei Padri che Maria,
prima di dargli la mano di sposa gli abbia manifestato il voto di
verginità da lei fatto, e che voleva mantenere intatto; al che
Giuseppe non solamente acconsentì di pieno animo, ma le
notificò di volere egli pure vivere e morire vergine.
Molti poi tra i Padri opinano che S. Giuseppe
sia stato santificato nel seno della madre sua. In virtù di un
saluto, la Beata Vergine Maria santificò il Battista
nell’utero di S. Elisabetta; ora qual non si può credere che
stato sia il grado di santificazione e di santità in Giuseppe
il quale ricevette così spesso e per sì lungo tempo i
saluti di Gesù e di Maria? Esso li ascoltava tutti i giorni;
di quante virtù pertanto, di quanta santità non faceva
tesoro, in presenza e nei suoi dolci trattenimenti con un Dio e con
la madre di un Dio?… In tutte le opere S. Giuseppe aveva l’occhio
al Verbo incarnato, esse erano adunque tutte celesti e divine; egli
fu dunque più che uomo, angelo.
Gravi teologi sostengono che
Giuseppe, sposata la Beata Vergine, fu, per riguardo a una tanta
vergine sposa, reso esente e interamente liberato dagli stimoli della
concupiscenza, a tal punto che non ne sentiva nessun incentivo. E
questo il sentimento aperto e formale d’Echio, di Giacomo-Cristo
Palitano, di Gersone e di non pochi altri.
Si può credere
che la Santa Vergine ottenne da Dio di partecipare a Giuseppe, in
compenso dell’esserle fedele custode della sua verginità nel
tempo del loro matrimonio, ogni suo bene, ogni virtù, ogni
grazia che era in lei. Siccome tutto quello che ha la sposa, viene
messo in comune con lo sposo, perciò io stimo, dice S.
Bernardo (Serm. de S. Ioseph),
che la beatissima Vergine liberalissimamente concedesse a Giuseppe
tutti i tesori del suo cuore, per quanto egli ne era capace. Pensate
quante volte, nel tempo della loro unione, Giuseppe avrà
ricevuto dalla santissima sua sposa esortazioni, consolazioni,
promesse, lumi, rivelazioni dei beni eterni! Chi giungerà ad
immaginarsi quell’intima, sublime unione che formava di Maria e
Giuseppe un cuore, un’anima sola! Non in altro modo Maria poteva
unirsi così strettamente a Giuseppe, se non in virtù di
una pratica reciproca di tutte le virtù, il che m’induce a
credere che Giuseppe era purissimo in verginità, profondissimo
in umiltà, ardentissimo in carità, altissimo in
contemplazione.
«Giuseppe,
figlio del patriarca Giacobbe, dice il medesimo dottore (Homil.
VI, sup. Missus), venduto dall’invidia dei
suoi fratelli e condotto in Egitto, rappresenta Giuseppe, lo sposo
della Santa Vergine, che fuggendo la furibonda gelosia d’Erode, esula
con Gesù Cristo in Egitto. Quegli conservandosi fedele al suo
padrone, non diede ascolto all’impudica padrona; questi riconoscendo
che la sua signora: madre del suo Signore, era vergine, fu, vergine
egli medesimo, il custode fedele della verginità di Maria. A
quello fu data l’intelligenza dei sogni, a questo fu concessa la
conoscenza e la partecipazione dei segreti celesti. Quegli conservò
i frutti della terra, non per sé, ma per tutto il popolo:
questi ricevette il pane vivo del cielo, perché lo custodisse
sia per sé, sia per tutto il popolo».
3. S. GIUSEPPE È
POTENTISSIMO. – Essendo stato S. Giuseppe l’uomo più elevato
in dignità, in uffizio, in prerogative, in virtù, in
santità, ed il più sublime in gloria nel cielo dopo
Maria, ne segue che grandissima e illimitata è la sua potenza;
e siccome la sua bontà eguaglia la gloria e la potenza, noi
siamo certi di non mai invocarlo invano, di non ricorrere mai
inutilmente al suo patrocinio. Si ottiene sempre, e tutto quello che
si desidera, se a lui e per mezzo di lui si domanda. Ah! Proferiamo
spesso e di cuore i dolci nomi di Gesù, Maria e Giuseppe!