I TESORI DI CORNELIO A LAPIDE: Innocenza


1. L’innocenza è rara.

2. Eccellenza e vantaggi
dell’innocenza.


1. L’INNOCENZA È RARA. –
Dov’è colui che non sia mai uscito dalla casa del Padre suo
celeste? Chi non è stato più o meno prodigo,
scialacquatore, più o meno colpevole, delle sue sostanze
spirituali? Chi può affermare di non aver mai guardato i
porci, cioè di non aver mai fomentato in cuor suo qualche
passione peccaminosa, di collera, d’invidia, di orgoglio e che so io?
Chi può mostrare immacolata la veste nuziale del battesimo?
Chi è che non ha mai commesso nessun peccato mortale? Sì,
ve ne furono e ve ne sono, ma come è piccolo il loro
numero!…

2. ECCELLENZA E VANTAGGI DELL’INNOCENZA. – Il
Signore dice all’anima innocente quello che il padre evangelico disse
al figliuol suo, fratello del prodigo, il quale era sempre stato
insieme con lui: «Figliuol mio, pensa che tu sei sempre meco e
tutte le cose mie sono tue» (Luc. XV, 31). Meditate
anzitutto le dolcezze racchiuse in quella prima frase: ­ Tu sei
sempre con me – Essere continuamente con Dio, vederlo, amarlo,
servirlo, possederlo, goderlo! Vi può essere una felicità
uguale a questa? E questo un raggio delle delizie celesti ed è
questa la felicità riserbata all’innocenza… Ponderate in
secondo luogo quell’altra espressione: – Tutte le mie sostanze sono
tue. – L’anima innocente è al possesso di tutti i tesori, di
tutte le ricchezze di Dio… Il re del cielo non le tiene celato
nulla…, ma la mette a parte di tutti i suoi doni, di tutte le sue
grazie, di tutte le sue perfezioni, di tutto se stesso.

Il Profeta ci
assicura, che il Signore conosce i giorni dell’uomo innocente e che
l’eredità di costui sarà eterna (Psalm.
XXXVI, 18). «Non arrossirà nel giorno difficile e nel
tempo della fame sarà saziato» (Ib.
19). «Il Signore non priverà mai dei suoi favori quelli
che vivono nell’innocenza» (Psalm.
LXXXIII, 13). «Ah! felici coloro che menano vita immacolata,
che seguono la legge del Signore» (Psalm.
CXVIII, 1). «Beato l’uomo che non ha mai frequentato gli empi,
che non ha mai battuto la strada dei peccatori, ma che ha posto il
suo cuore nella legge del Signore e se la tiene sotto gli occhi notte
e giorno! Egli sarà rigoglioso, come albero piantato presso un
rio, che dà frutti alla sua stagione, le cui foglie non
appassiscono mai» (Psalm.
I, 1-3). Quindi l’Ecclesiastico
ci esorta a mantenere sempre bianche e candide le nostre vestimenta
(IX, 8).
«Come il giglio
olezza candido tra le spine, così la mia diletta si mostra
vaga ed immacolata tra le vergini», diceva lo Sposo dei Cantici
(Cant. II, 2). Questo
sposo è Gesù Cristo, questa vergine simile al giglio, è
l’anima innocente. Come le spine attorniano i gigli, così i
malvagi circondano i giusti; ma questi fioriscono, olezzano,
splendono in mezzo ai peccatori, per la virtù, la grazia, la
gloria, come il giglio in mezzo ad un roveto. E la loro innocenza
brilla di uno splendore tanto più vivo e fulgido, quanto più
sono rari tra lo stuolo dei peccatori, veri rovi, spine e cardi.
«Il mio diletto
che si pasce in mezzo ai gigli, è tutto mio, dice la Sposa dei
Cantici, ed io sono tutta sua» (Cant.
II, 16). L’anima innocente, la fidanzata del celeste sposo è
talmente unita a lui, ed egli ad essa, che formano una sola persona.
Unione felice, abbracciamenti divini che inebriano di piacere e di
felicità quest’anima privilegiata!… Di lei si avvera il
detto del Savio: «Colui che piace a Dio, diventa il suo diletto
e ancor vivente è tolto di mezzo ai peccatori» (Sap.
IV, 10).
«Il casto ed
innocente Giuseppe, scrive S. Giovanni Crisostomo, viene cacciato in
prigione, ma egli vi sta piuttosto da sopraintendente che da
colpevole; vi figura come provveditore, non come compagno dei rei; vi
tiene il luogo di medico, non di malato; di modo che egli è la
provvidenza e la consolazione di tutti i prigionieri. Innocenza,
rallegrati e giubila! Sì, io ti dico, gioisci, perché
tu passi per dovunque illesa, tu sei per ogni lato sicura. Tentata,
cresci in perfezione; umiliata, ti levi più sublime;
combattuta, esci trionfante; uccisa, voli alla corona. Tu, libera
nella schiavitù, tranquilla e sicura nei pericoli, lieta tra
le catene, i potenti t’inchinano, i prìncipi ti
accolgono, i grandi ti cercano. I buoni ti obbediscono, i malvagi
t’invidiano, i rivali ti emulano, gli avversari soccombono. E tu
riuscirai sempre vittoriosa, anche allorquando gli uomini ti avranno
condannata ingiustamente (Homil. de Ioseph,
vend
.)». Questo quadro dell’innocenza,
tracciato dal Crisostomo a proposito del patriarca Giuseppe splende
di mirabile grazia e di verità…
L’innocenza è la madre
della sicurezza e della pace… L’innocenza è il fortunato
stato della grazia santificante, conservato con la costante ed esatta
osservanza della legge divina.