Che cosa e’ la vita? La risposta ce la deve dare il senso comune, dal quale parte e su cui si basa la filosofia. Tutti infatti sanno distinguere i viventi dai non viventi
LEZIONE VIII
La vita e il principio vitale
Abbiamo considerato l’universo che ci circonda e l’abbiamo visto essere un insieme di enti e di sostanze. Ma tra essi ve ne sono di quelli che essenzialmente differiscono dagli altri e costituiscono una categoria a parte: i viventi. Anch’essi enti, anch’essi sostanze, ma dotati di una perfezione tutta propria: la vita. E’ vero che fra i viventi vi sono varie categorie: piante, animali, uomo, ma per ora prescindiamo da queste diversità e consideriamoli tutti sotto questo aspetto comune: la vita.
1. – CHE COSA E’ LA VITA?
Ecco la prima domanda. La risposta ce la deve dare il senso comune, dal quale parte e su cui si basa la filosofia. Tutti infatti sanno distinguere i viventi dai non viventi. Il senso comune risponde: vive quel che si muove. Se per via trovate per es. un serpente: non sapete se sia vivo o morto, lo toccate, lo stuzzicate; se non reagisce, se non si muove, dite: è morto. Dunque la vita sta nel moto.
Ma si presenta ovvia una difficoltà. Quante cose si muovono sulla terra! la terra stessa si muove, gli astri si muovono … dunque tutto vive, come dicevano, i Pampsichisti? E’ vero che noi diciamo talora acqua viva l’acqua corrente e acqua morta quella stagnante, ma sappiamo di parlare metaforicamente. Bene distinguiamo il moto dell’acqua, della terra, degli astri dal moto dei viventi. il vivente si muove, l’acqua, la terra ecc. propriamente non si muovono, sono mosse.
Dunque possiamo concludere che la vita sta nel moto immanente, ab intrinseco, come già la definirono Platone, Aristotele e S. Tommaso, intendendo per moto non il solo “moto locale”, ma ogni mutazione, come dicemmo nella VII lezione. Viventi sono tutti quelli e solo quelli che si muovono, dunque è falso il pampsichismo o hylozoismo.
2. – ESISTENZA DEL PRINCIPIO VITALE.
Finora ci ha guidati l’esperienza volgare, non abbiamo fatto altro che constatare un fatto; ora dobbiamo cercare la spiegazione di questo fatto: questo è proprio del filosofo. Perchè dunque alcuni esseri vivono e altri no? Perchè alcuni si muovono da sè e altri no? La risposta è evidente: perchè alcuni hanno in sè la capacità di muoversi ed altri no. E che cose è questa capacità che la sostanza inorganica non ha e la sostanza vivente ha? Deve essere qualcosa di superiore alla materia, da essa distinto benchè intimamente unito.
Lo negano i materialisti; gli scolastici lo affermano e lo dimostrano.
A. PROVA SCIENTIFICA.
La scienza constata il fatto che omne vivum ex vivo, cellula ex cellula, ecc., cioè che non si ottiene un vivente da materia inorganica. Fu merito specialmente di studiosi italiani di dimostrare inesistente la generazione spontanea degli animali sino agli infusori (F. Redi, L. Spallanzani). A L. Pasteur spetta il merito di avere dimostrato inesistente la generazione spontanea anche per quegli esseri immensamente più semplici degli infusori quali sono ì Batteri (Virus).
“Mediante un esperimento che è rimasto celebre e che sarà benedetto dall’umanità sofferente per tutte le generazioni, egli dimostrò in modo inequivocabile che i Batteri hanno origine da altri Batteri e non da altre sostanze organiche. Egli uccise tutti i Batteri contenuti in una sostanza organica, sterilizzandola, come si dice in medicina, quindi la conservò, impedendo che nuovi Batteri venissero a contatto con la medesima. Orbene se ì Batteri avevano avuto origine per generazione spontanea, dato che in quella sostanza si trovavano tutte le condizioni per la vita, dopo qualche tempo quella sostanza doveva dare segni di corruzione e cioè di presenza di Batteri. Ma non fu così. La sostanza sterilizzata si mantenne perfettamente incorrotta fino a tanto che fu impedito l’accesso ai Batteri. L’esperienza eseguita dinanzi agli occhi meravigliati ed increduli dei colleghi della Sorbona, fu confermata subito dopo da sperimentatori di tutte le nazioni. Oggi sulla generazione spontanea dei Batteri non esiste alcun dubbio. Essa non avviene e le sostanze organiche che hanno servito agli esperimenti del Pasteur, si mantengono ancora incorrotte al Museo di Parigi” (MARCOZZI, Il problema di Dio e le scienze naturali, Milano, Bocca, p. 42).
La generazione spontanea non solo si è dimostrata inesistente in natura, ma anche nei laboratori di quegli scienziati che hanno cercato di produrre sinteticamente la vita. Tutti i tentativi sono riusciti vani; celebre fra gli altri quello del francese Leduc il quale mettendo insieme gelatina, solfato di rame e zucchero, impastò una specie di seme, che in una soluzione di ferro-cianuro potassico e gelatina, si svolgeva come pianta che emette radici, foglie e fronde. Ma si trattava di un semplice fenomeno di osmosi che ha in comune con la vita solo l’aumento di volume, ma nulla ha che vedere con l’assimilazione propria del vivente.
Orbene questo fatto scientificamente constatato, cioè l’inesistenza della generazione spontanea sia naturalmente sia artificialmente, sta ad indicare che nel vivente oltre gli elementi e le forze fisico-chimiche c’è un principio vitale. Infatti la chimica per analisi conosce tutti gli elementi che costituiscono il minerale e può combinare questi elementi e darci un minerale; perché invece, pur conoscendo tutti gli elementi che costituiscono una sostanza vivente, invano tenta di combinare questi elementi per darci un corpo vivente?
E’ segno che questi elementi non bastano: ci vuole un principio, un soffio, un impulso superiore che è la vita.
B. PROVA FILOSOFICA.
La scienza sperimentale ci ha mostrato l’inesistenza della generazione spontanea, ma non ce ne mostra l’impossibilità. Quello che non si è ottenuto finora si potrà forse ottenere in seguito e dimostrare così che tra vivente e non vivente non c’è differenza essenziale?
Rispondiamo che se la scienza sperimentale ci dimostra l’inesistenza della generazione spontanea, la filosofia ce ne dimostra l’impossibilità in modo che siamo certi che come non si è ottenuto nel passato. Così neppure nell’avvenire si potrà ottenere sinteticamente la vita. “Sarebbe come se si volesse ottenere, tirando in sorte un dado, il numero 7. Si può provare
infinite volte ma è fisicamente e metafisicamente certo che non si potrà mai ottenerlo, per la semplicissima ragione che il numero 7, nel dado, non esiste. Lo stesso si deve dire della vita rispetto alla materia inanimata. Il vivente rappresenta una “combinazione” che non è contenuta nel numero di quelle possibili con le sole forze fisico-chimiche.
Infatti:
I. Le operazioni dei viventi, delle piante ecc. sono totalmente superiori a quelle della materia inorganica. Dunque anche il principio di queste operazioni deve essere superiore.
Nel vivente abbiamo per es. la nutrizione; è un fenomeno che nei corpi inorganici non si dà neppure in modo rudimentale. In essi vi può essere giustapposizione, ma non nutrizione. Essa infatti consiste in un continuo cambio di materia o metabolismo vitale per cui l’organismo sceglie le sostanze chimiche che gli sono convenienti e le converte in sostanza propria (anabolismo o assimilazione) ed elimina quelle che non gli convengono (catabolismo o dissimilazione). Se dunque nel vivente non vi fossero altro che forze fisico-chimiche come nel minerale, perchè queste agiscono in modo diverso nel vivente che nel minerale? Perchè nel vivente bisogna dire c’è una forza superìore che le dirige, le eleva e le modifica.
II. Nell’attività del vivente vi è una autoteleologia cioè una mirabile cospirazione a un fine determinato e subordinazione delle parti al tutto che richiede un principio superiore alla materia, infatti vediamo:
a) la costruzione dell’organismo che si svolge da una cellula. E’ una costruzione non per semplice ampliazione o giustapposizione di materia a materia, ma per epigenesi o evoluzione interna verso forme non preesistenti nell’embrione, se non in potenza, e tutto questo secondo un piano prestabilito. Come si spiega che cellule uguali che si trovano nelle stesse condizioni, sotto la stessa pressione da tutte le parti, si differenziano fra loro e si sviluppano in modo disuguale così da produrre un organismo perfetto e complicato, ne non sono dirette da un principio superiore che è la vita?
b) l’attività dell’organismo formato: ammirabile armonia e subordinazione nella divisione del lavoro; ogni parte compie la propria mansione al bene di tutto l’organismo
c) l’attività dell’organismo nei casi straordinari, ove ancor più evidente appare questa finalità. Per es. in caso di lesione le parti vicine e tutto l’organismo cambia modo di operare finchè la ferita sia sanata. Così se la pianta è trasportata in diverse regioni, cerca accomodarsi al nuovo clima in quanto può, modificando il suo modo di operare.
III. “Le leggi che regolano il mondo vivente sono diverse e non di rado opposte a quelle del mondo inanimato. I non viventi tendono alla stasi, all’equilibrio, sono regolati dai principi della fisica e dalle leggi dell’equilibrio dinamico della chimica. La sostanza vivente mediante i complessi e meravigliosi fenomeni del metabolismo, tende continuamente ad allontanarsi dall’equilibrio che segnerebbe la sua morte.
Ora, questo comportamento opposto dei due regni, questa inversione delle leggi fisico-chimiche, non può spiegarsi, se non ammettendo che il vivente abbia qualche cosa che manca alla sostanza inanimata. Questo qualche cosa che ha il vivente e non può venire dal mondo inorganico… ” è ciò che diciamo il principio vitale.
3. – NATURA DEL PRINCIPIO VITALE.
Questo principio vitale deve essere una sostanza, non un accidente, perchè è un costitutivo del vivente. che non può venire o andar via, lasciando immutato il soggetto. Tra vivo e morto non c’è solo differenza accidentale!
Una sostanza però non completa perchè destinata a unirsi con la materia per formare con essa una sola sostanza completa, un vivente.
E’ la forma sostanziale della filosofia scolastica, quella che comunemente diciamo l’anima del vivente.
Bibliografia.
A. GEMELLI, L’enigma della vita, Firenze, Ed. Fiorentina – G. LAMBERTINI, Meccanicismo e vitalismo, Roma, Studium – V. MARCOZZI, Opere varie – L. VIALLETON, L’origine degli esseri viventi, Milano, Soc. Ed. Libraria – A. ZACCHI, L’uomo, Vol. II, Roma, Ferrari.